Tab Article
Il fatto che un insieme infinito possa essere in corrispondenza biunivoca con una sua parte provoca "smarrimento": dell'ateo o dell'uomo tout court? Probabilmente dell'uomo tout court, dal momento che non è affatto ovvio che l'ateo si commuova immediatamente di fronte a paradossi dell'infinito matematico. Il concetto di infinito ha affascinato, dalla notte dei tempi, matematici e teologi: Galileo Galilei cercò nell'infinità dei numeri e dello spazio la chiave di lettura del cosmo. Ma già dalle opere di Pitagora e dai paradossi di Zenone per arrivare attraverso Bernhard Bolzano e Dedekind a Georg Cantor, l'idea dell'infinito ha rappresentato nei secoli quella ricerca prometeica che è da sempre punto comune fra scienza e teologia. In questo lavoro didattico sulla figura di Georg Cantor l'autore ha cercato di mettere in luce non solo le radici antiche del concetto di infinito ma anche i suoi profondi legami con scienza e religione, per avvicinare gli utilizzatori insegnanti e studenti - alla profondità e ai campi di applicabilità di questa idea.